Ho adorato moltissimo questo libro, semplicemente perché è autentico, incontaminato e limpido come l’acqua del fiume che fa da scenario a tutto il racconto, scritto con una semplicità capace di impreziosire ogni singola parola.
Giuseppe Sgarbi, detto Nino, ha iniziato molto tardi a scrivere (o meglio, a pubblicare), a ben novantatrè anni, seguendo il consiglio della figlia e assecondando la sua indole innata di narratore. Ha scritto quattro libri in soli cinque anni, racchiudendo in essi rammenti di una vita lunga quasi un secolo, rendendola di conseguenza immortale.
Il canale dei cuori, pubblicato postumo, non è un romanzo ma piuttosto una raccolta di ricordi che l’autore ci racconta attraverso un dialogo immaginario con suo cognato Bruno, scomparso anni fa, dialogo che ha inizio sulle rive del fiume dove i due amici erano soliti andare a pescare. Rivolgendosi a Bruno, Nino ripercorre tappe importanti della sua esistenza, regalandoci tratti di un’epoca che non esiste più e lasciandosi spesso andare a riflessioni personali che mi hanno molto commossa. Nino riflette sulla vita, che celebra senza nessun ma, sull’ eternità dell’amore, quello vero, sulle peculiarità della felicità, sull’ arte e la scrittura, sulla realtà odierna così profondamente diversa da quella di ieri. Ed è con una metafora che ci spiega quale secondo lui è il motivo di tale diversità. Continue Reading